giovedì 18 ottobre 2012

inizio

Oggi inizia il viaggio.

Il giorno del 161° anniversario della pubblicazione di Moby Dick e il 32° giorno dall'inizio della cassa integrazione.
Cassa integrazione che è cresciuta, in queste settimane, come la marea, ed ora mi permette di salpare, di prendere il largo.

In un passaggio del libro, scrive Melville:

" Lasciatemi dire soltanto che lui era come una misera nave che sbattuta dalla tempestanaviga, lungo la costa, puntando al largo, contro vento.Il porto le darebbe volentieri soccorso; il porto è pietoso; nel porto ci sarebbe salvezza, riparo calore, cibo, coperte, amici, tutto ciò che è gradito agli uomini. Ma, in quella tempesta, il porto è per quella nave il più terribile dei pericoli; le basterebbe toccare una volta la terra, anche solo sfiorarla con la chiglia, e da parte a parte si troverebbe a rabbrividire. Con ogni forza, spiega allora ogni vela, puntando al largo. Così facendo, contro quel vento, combatte, che volentieri la riporterebbe a casa; ancora una volta va a cercarsi l'assenza di terrache è solo nei flagellati mari; correndo alla disperata, a cercar rifugio nel pericolo; suo unico amico, il suo pegior nemico".

Prendere il largo, quindi, affontare l'incertezza, fidandosi di ciò che pù si teme, per non morire.

Salpiamo dunque!

 P.S. la prosa di Melville è vasta, profonda e poderosa come il mare;
a volte è un mare in bonaccia: immobile, snervante, soffocante, soporifera
altre è un mare in tempesta: agitata, potente, selvaggia, primitiva

ma sempre immensa, sterminata, senza confini



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