Poesie

I cocci

Sto di fronte a me stesso
con in mano i cocci della mia anima.
Intimità e lentezza
non chiedo altro
per tornare ad essere uno.



Lo zingaro

Sono uno zingaro nei prati della mia anima.
Inseguo con nostalgia un mondo che non conosco
ma cui sento di appartenere.
Cerco l'uomo che ho solo intuito ma che sento potrei essere.
Vagabondo
smarrito (e incantato)
per spazi senza limiti
raccogliendo qua e là punti interrogativi.



Attimo

Datemi un attimo di tempo.
Mi ci aggrapper ò tenecemente
con tutte le mie forze.
Per fermare, per un istante,
la caduta continua nell'abisso della ripetitività.




Dettagli

un fiocco di neve
un petalo rosso
un'ape ubriaca di nettare
un nastro giallo tra i capelli di una ragazza
un pettirosso su un ramo
una nuvola bianca
un bruco verde su una rosa
un bicchiere di vino rosso
due occhi azzurri per strada
un gatto addormentato al sole
la fiamma di una candela
piccole cose
dettagli
che intrappolano l'universo
e ce lo restituiscono tutto insieme
gratuitamente



I 3 maestri

Nella mia vita ho incontrato tre maestri.
Il primo, che mi ha dato la vita, mi ha insegnato ad essere curioso,
e ho imparato a conoscere il mondo.
Il secondo mi ha insegnato ad essere creativo,
e ho imparato a sognare il mondo.
Il terzo mi ha insegnato ad essere umile,
e ho imparato ad amare il mondo.


 
 L'uomo invisibile

Salto da un treno all'altro
sperando che, in una carrozza,
qualcuno avverta
la leggera vibrazione dell'aria al mio passaggio
e due occhi scoprano, sorpresi, i miei.
Allora
impietrito dal desiderio,
guarderò nascere, sul viso, un sorriso
languido come uno spicchio di luna nascente,
che mi restituirà carne e ossa e sangue e pelle...vita!
mentre una mano, attesa tutta una vita, mi porterà fuori da questo mondo
d'ombra



Coppia

Appoggio la testa
sulla tua spalla
e odoro il tuo collo
profumato di spezie e cocco;
e scopro così che esisto.



L'addio

C'è un triste silenzio nell'aria,
questo pigro venerdì d'agosto,
in cui un uomo e la sua storia
escono di scena, cedono il posto.
C'S un sole distratto e indegno,
questo pigro venerdì d'agosto,
in cui un uomo ci affida il suo sogno
in punta di piedi, quasi di nascosto.




Incanto

Passeggio
tra i vicoli della città vecchia
la prima notte di primavera.
Una scalinata,
appena indicata
dalla luce debole dei lampioni,
si inerpica stanca
lungo il dorso di un colle.
Salgo lentamente.
La luna accarezza
con la sua luce vellutata
i tetti addormentati;
l'aria fresca e profumata
diffonde nuovi sogni
di lingue diverse.
In un silenzio d'attesa
sento la brulicante vitalità
della natura che
si risveglia.
Da dove viene tutto questo incanto?
Sciocco.
Una fata sta camminando accanto te
e non te ne sei ancora accorto...



sabato mattina

da una fisarmonica
sfuggono alcune note
che, spinte dal vento,
vagano per la strada
come bimbi giù da un prato
le seguo curioso
mentre ruotano, corrono
vibrano
rapide e libere
poi, di colpo, si lanciano nell'aria
salgono alte, sopra i tetti delle case
e si lasciano cadere
soddisfatte
su un gruppo di primule che
affacciate ad un balcone
godono pigre il tepore
del primo sole caldo dell'anno
E' ancora una volta primavera











nevicata

bianco il rosmarino
bianco l'oleandro
ed il melograno
bianca la rosa
bianca la betulla
bianco l'agrifoglio
bianco bianca bianco
bianca bianco bianco bianca...
...bianca...
la  terra come una donna teneramente si sdraia accanto a me
e mi accarezza
ed io m'incanto

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